La povertà
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LA POVERTA'

Si tratta di uno dei più gravi problemi del mondo che riguarda milioni e milioni di persone. Risolverlo è una delle grandi priorità dei nostri tempi. La povertà, che può essere assoluta o relativa, non risparmia nessuno e riguarda tutti indistintamente, da nord a sud. Si stima che quasi l’11% della popolazione mondiale viva con massimo 1,90 dollari al giorno. Quasi l’11%, in valori assoluti, significa più di ottocento milioni di persone. Che non possono procurarsi nemmeno il minimo necessario per la sopravvivenza.
Povertà assoluta
Detta anche “povertà estrema” è lo stato di chi si ritrova a dover vivere con massimo 1,90 dollari al giorno. In questa condizione, non si dispongono a sufficienza di risorse essenziali come cibo, acqua, casa, vestiti, medicine.
Povertà relativa
Consiste nell’impossibilità di fruire di beni o servizi in rapporto al reddito pro capite medio di un determinato Paese. Chi si trova in povertà relativa potrebbe avere il minimo necessario per la sopravvivenza ma non usufruire di tutte le possibilità e i servizi disponibili in un Paese. ogni due giorni, e all’intensità lavorativa, le persone in difficoltà superano i 14,83 milioni pari al 25,2% della popolazione.
La situazione peggiora soprattutto per i bambini in età prescolare (under 6) a rischio di povertà che sono il 26,7% del totale, in aumento dal 23,8% rispetto al 2020. Si tratta di 667mila bambini, solo in lieve aumento rispetto ai 660mila del 2020, ma il dato risente anche del fatto che si è ridotta la popolazione in questa fascia di età. Se si allarga la platea anche alle famiglie a rischio di esclusione sociale, la percentuale per gli under 6 in situazione di difficoltà sale al 31,6% dal 27% del 2020.
La povertà in Italia
Oltre alla costante corsa del prezzo del gas in Europa a livelli mai visti prima d'ora , che incide pesantemente sulla tenuta economica di famiglie e imprese, c’è un altro elemento che desta preoccupazione è la povertà in Italia, che sta interessando sempre di più nuove fasce di popolazione come dimostra l’ultimo report di Eurostat, che ha fatto seguito a quello dell’Istat. Il continuo aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità ha accentuato ulteriormente il problema.
Il rischio di povertà in Italia nel 2023 cresce soprattutto per i bambini e per i lavoratori. Secondo le tabelle su povertà e disuguaglianza pubblicate nel 2022 le persone a rischio di povertà, ovvero quelle con un reddito inferiore al 60% di quello medio disponibile, erano 11,84 milioni con una percentuale del 20,1% della popolazione, in crescita dal 20% del 2021. Guardando all’esclusione sociale, cioè non solo alle famiglie con un reddito inferiore al 60% di quello medio ma anche a quelle che hanno difficoltà ad avere beni e servizi come ad esempio una casa adeguatamente riscaldata e un pasto proteico ogni due giorni, e all’intensità lavorativa, le persone in difficoltà superano i 14,83 milioni pari al 25,2% della popolazione.
La situazione peggiora soprattutto per i bambini in età prescolare (under 6) a rischio di povertà che sono il 26,7% del totale, in aumento dal 23,8% rispetto al 2020. Si tratta di 667mila bambini, solo in lieve aumento rispetto ai 660mila del 2020, ma il dato risente anche del fatto che si è ridotta la popolazione in questa fascia di età. Se si allarga la platea anche alle famiglie a rischio di esclusione sociale, la percentuale per gli under 6 in situazione di difficoltà sale al 31,6% dal 27% del 2020.

L’Istat nel mese di giugno, nell’ambito delle statistiche sulla povertà, ha informato che nel 2021, erano in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente). Pertanto, secondo l’Istat, la povertà assoluta conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19. Per la povertà relativa l’incidenza sale all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020). Un altro elemento messo in evidenza dall’Istat è il peggioramento della condizione delle famiglie con maggior numero di componenti.
Terminata l’emergenza pandemica, i cittadini si trovano a fare i conti più di prima con le conseguenze di scelte improvvide che durano da decenni: lunghissime liste di attesa, pronto soccorso allo stremo, medici di medicina generale assenti in molte aree non per nulla definite “deserti sanitari”. Il ricorso alla spesa privata aumenta ed è incompatibile con un sistema universalistico, oltre a essere possibile solo se le condizioni economiche dei singoli lo permettono. Per molte cittadine e molti cittadini l’attesa si è trasformata in rinuncia.
Sono le tante urgenze sanità che Cittadinanzattiva fotografa nel Rapporto civico sulla salute , presentato a Roma presso il Ministero della Salute. Il Rapporto viene diffuso all’interno di una giornata più generale dal titolo appunto “Urgenza sanità”, un primo momento pubblico della mobilitazione permanente promossa da Cittadinanzattiva a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.
Accanto ai mai risolti problemi generali di liste di attesa e accesso alle prestazioni i cittadini denunciano carenze in tutti e quattro gli ambiti dell’assistenza sanitaria qui di seguito riportati.
URGENZA LISTE DI ATTESA E RINUNCIA ALLE CURE
URGENZA PRONTO SOCCORSO
URGENZA PERSONALE SANITARIO
URGENZA ASSISTENZA TERRITORIALE
ll Rapporto completo , il Manifesto e le iniziative a difesa del SSN sono disponibili su www.cittadinanzattiva.it